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La violenza fa comodo a tutti?

C’è una foto che è sulla prima pagina di tantissimi giornali italiani oggi, domenica 16 ottobre 2011. È quella di un ragazzo, a torso nudo e volto coperto, con di fianco a un’auto in fiamme, che ha appena lanciato un estintore.

Credo che l’immagine abbia solleticato la pigra immaginazione di così tanti photoeditor perché richiama ovviamente una delle immagini più famose degli ultimi dieci anni, almeno a livello di concetto.

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Sono un collega minorenne

Grazie a chi si è prestato al test sul video del corriere su tumblr.
Il punto era cercare di capire che cosa dica esattamente l’ormai famosissimo omino con il giacchino maròn ai poliziotti che lo fermano.
Quando l’ho trovato la prima volta, me l’hanno venduto come “dice sono un collega“. La prima volta ho sentito solo “sono minorenne”. Poi l’ho riascoltato senza guardare, tornando indietro, e ho sentito un “sono un collega”. L’ho riguardato e ho sentito solo “sono minorenne”. Poi, di nuovo, quel “sono un collega” a bassa voce.
E mi sono convinto.
Poi ho letto di qualcuno che diceva “guardate che quello che si sente meno è unso’minorenne“. Riascolto e a quel punto, sì, dice “so’ minorenne”. Che però, tra la voce bassa e strascicata sembra un po’ “sono un collega”. Tra l’altro subito un poliziotto gli dice “…nessuno ti sta facendo…”, che è una frase più compatibile con “sono minorenne” che con “sono un collega”
In un altro video lo si vede in azione nell’ormai altrettanto famosa sequenza del finanziere per terra e si nota una certa goffezza e titubanza (immortalata in un chiaro esempio di quello che Barthes chiama “senso ottuso” in una delle foto che lo ritraggono) e poi, appena arrestato, mentre urla “sono minorenne”. Subito dopo c’è una discussione tra un poliziotto e un dirigente, dalla quale mi pare di capire che non sanno dove mettere i fermati e che è il caso di lasciarne andare qualcuno. A questo punto ha senso il continuare a ripetere “sono minorenne” nella speranza che lo lascino andare e il fatto che smanacci via la telecamera (nel senso che magari se la sta cavando ma se qualcuno lo vede ripreso sono cazzi). Inoltre, sembra ben strano che se davvero era un agente nessuno si sia preoccupato di requisire la telecamera al tizio che riprende.
Quindi, boh, certezze non ne ho (la questura dice ora di averlo identificato), però non mi sento di dire, sulla base di tutte queste cose, che si tratti di un infiltrato. Che poi, che lo sia o meno, credo che cambi poco sul senso della giornata. E trovo un po’ auto-consolatorio continuare a postulare agenti provocatori che mandano a puttane manifestazioni altrimenti pacifiche; prendiamo in considerazione l’idea che le cose siano andate così perché non potevano che andare così e perché una parte del movimento ha deciso che andassero così? Giusto o sbagliato che sia (se ne discute qui)? Che non è che i “cattivi” siano sempre gli altri?

(se dovessi scommettere su qualcuno come infiltrato, punterei sui due che tengono il finanziere con la pistola, per questioni di logica – stare appiccicato a un avversario armato e in stato di shock non so quanto sia una tattica salutare – e perché un fotografo ha scritto nella didascalia della sua foto che si trattava di un commilitone) (anche qui: perché a nessuno è venuto in mente di chiamare gli autori degli scatti della sequenza e chiedere a loro che impressione avevano avuto del tutto, visto che erano lì davanti?)

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