Prima di andare a Genova – 1. Dichiarazioni di guerra

[Dieci anni dopo, diamo un’occhiata a che facce avevano gli italiani prima di andare a Genova per spaccarne o per farsele spaccare]

Il 26 maggio 2001, una delegazione di Tute Bianche guidata da Luca Casarini lesse a Palazzo Ducale, futura sede dell’incontro del G8 di Genova, il seguente comunicato:

Alla Società Civile Globale;

al Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza – Italia
al Ministero della Difesa italiano – Capo di stato maggiore;
al Governo italiano – Presidenza del Consiglio – Presidente della Repubblica;
al Capo di Stato Maggiore FF.AA. Stati Uniti d’America – Ambasciata americana Roma;
Direzione C.I.A. – sede S.I.S.D.E. Roma;

DICHIARAZIONE DI GUERRA AI POTENTI DELL’INGIUSTIZIA E DELLA MISERIA

Apprendiamo da fonti giornalistiche italiane che i governi italiano e americano hanno deciso in una riunione svoltasi al Viminale, Roma, il 24 maggio 2001, di dichiarare formalmente guerra alle moltitudini di fratelli e sorelle che confluiranno a Genova durante il vertice del G8 previsto per luglio. La scelta di usare le vostre forze armate e i corpi speciali contro l’umanità, vi rende più vicini ai vostri alleati che nel sud del mondo quotidianamente uccidono, affamano, perseguitano chi non accetta lo sfruttamento del neoliberismo. In ogni parte di questo pianeta i vostri militari intervengono con i fucili contro le idee e i sogni di un mondo diverso, un mondo che contenga molti mondi. Il mondo che voi volete imporre anche nella vostra riunione di Genova, è un mondo unico, dove esista un pensiero unico, dove l’unica ideologia sia quella del denaro, dei profitti, del mercato delle merci e dei corpi. Il vostro mondo è un impero, voi gli imperatori, miliardi di esseri viventi semplici sudditi.

Dalle periferie di questo impero, dai molti mondi che resistono e crescono con il sogno di una esistenza migliore per tutti, oggi, noi, piccoli sudditi ribelli, vi dichiariamo formalmente guerra. È una scelta che voi avete provocato, perché noi preferiamo la pace, è una decisione che per noi significa sfidare la vostra arroganza e la vostra forza, ma siamo obbligati a farlo.

È un obbligo tentare di fermarvi perché finisca l’ingiustizia
È un obbligo dare voce ai fratelli e sorelle che in tutto il pianeta soffrono a causa vostra
È un obbligo non cedere alla paura dei vostri eserciti e alzare la testa

È un obbligo perché solo per obbligo noi dichiariamo le guerre. Ma se dobbiamo scegliere tra lo scontro con le vostre truppe d’occupazione e la rassegnazione, non abbiamo dubbi. Ci scontreremo.

Vi annunciamo formalmente che anche noi siamo scesi sul piede di guerra. Saremo a Genova e il nostro esercito di sognatori, di poveri e bambini, di indios del mondo, di donne e uomini, di gay, lesbiche, artisti e operai, di giovani e anziani, di bianchi, neri, gialli e rossi, disobbedirà alle vostre imposizioni. Noi siamo un esercito nato per sciogliersi, ma solo dopo avervi sconfitto. Oggi noi diciamo “Ya Basta!”.

Dalle periferie dell’Impero
Tute Bianche per l’umanità contro il neoliberismo
26 maggio 2001 – Genova, Italia, Pianeta Terra

Ovviamente, l’evento venne raccontato dai telegiornali filtrando qualsiasi simbolismo e presentando dei tizi con il passamontagna che promettevano guerra. Tanto per preparare il terreno.

All’inizio del mese, a Bologna, avevo sentito recitato il proclama di Wu Ming “Dalle moltitudini d’europa in marcia contro l’Impero e verso Genova“, che fa questo effetto qui:


Ricordo distintamente che mentre un tizio davanti a me si coprì la faccia con una maglietta a mo’ di passamontagna e alzò la mano destra nel gesto a tre dita della P38 io guardai il mio amico Flavio e gli chiesi “ma non ci si potrebbe identificare con qualcuno che non è stato orribilmente massacrato, una volta ogni tanto?” (un’intuizione che anticipava la conclusione a cui sono giunti nel 2009 gli stessi Wu Ming)

(continua)

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