Quelli che davvero vogliono che non si dica più niente

“Elvis oggi non potrebbe più cantare Love Me Tender perché il sesso con i canotti di salvataggio è considerato sbagliato”

Ormai la stampa italiana, purtroppo non più solo quella di destra, assomiglia sempre più a quei tabloid americani con titoli tipo ELVIS È VIVO, AVVISTATO AL CINEMA INSIEME AL BIGFOOT – per dire, oggi 5 maggio la cosa di Biancaneve sta in prima pagina sul Corriere grazie all’ineffabile Gramellini. Ci assomiglia anche quando non parla degli ultimi misfatti della dittatura del politicamente corretto, ma come si sente odore di CANCEL CULTURE si scatenano i mastini.
Ho letto il famigerato articolo all’origine della bugia secondo la quale IL POLITICAMENTE CORRETTO VUOLE CAMBIARE IL FINALE DI BIANCANEVE PERCHÉ IL PRINCIPE LA BACIA SENZA CONSENSO.
Ovviamente, la faccenda è diversa da come è stata raccontata (fingiamo tutti stupore insieme), allo stesso modo in cui lo erano altri incredibili casi tipo A OXFORD CANCELLATO DAI PROGRAMMI DI STORIA DELLA MUSICA MOZART PER FARE SPAZIO A LIL WAYNE E 50 CENTS.

Ma, contrariamente a quello che si può pensare, quelli che davvero vorrebbero che non si dicesse più niente sono proprio quelli che si lamentano che “ormai non si può più dire niente” (mentre continuano a dire di tutto).
Se si analizza il ciclo del dibattito, come sintetizzato da Leonardo Bianchi, credo sia abbastanza facile capire perché.

Il punto 1. che scatena il punto 2. può essere infatti costituito da una qualsiasi analisi o critica di un prodotto culturale. Per “culturale”, intendiamo qui non la “Cultura” (come nell’uso comune) ma qualcosa che fa parte della “cultura”, cioè, per semplificare, dell’ambiente in cui è stato creato. Tutte le storie (e il modo in cui vengono raccontante) sono influenzate dal momento storico in cui vengono prodotte – e a loro volta possono influenzare il proprio presente, veicolando più o meno consciamente dei valori che sono considerati condivisi da chi le crea.
Questo fatto va a collidere in modo disastroso con il conservatorismo, che è quella curiosa idea che, nel flusso incessante della storia dell’umanità si possa identificare un momento preciso, praticamente puntiforme rispetto all’estensione dell’esperienza umana, in cui tutto è stato perfetto e dal quale non ci si sarebbe mai dovuti allontanare. Mai.
Quindi, se per esempio si cerca di spiegare perché un film, che so, Via col Vento, oggi appaia problematico, perché l’egemonia culturale di cui era espressione non è più accettata acriticamente, ecco che si scatena il meccanismo per cui HANNO CANCELLATO QUESTO FILM (tra l’altro: è un film il cui doppiaggio italiano aggiunge un ulteriore livello di razzismo).

Discutere e analizzare come i prodotti culturali siano espressione del loro tempo è, secondo me, una delle cose più sane e interessanti che si possano fare, perché ci dà un’idea di quello che viene e veniva dato per scontato o naturale e che in realtà è un prodotto dei suoi contesti di produzione. Ci aiuta a capire dove eravamo e dove siamo; a volte anche a capire meglio la cosa stessa.

Per esempio, se avete un po’ di tempo e capite l’inglese, c’è un bellissimo video di Adam Neely che spiega la questione dell’eurocentrismo della teoria musicale. Anzi, non solo, la “teoria musicale” di fatto studia un ristretto gruppo di autori di una singola cultura in un arco temporale minimo – di qui appunto le discussioni a Oxford sull’opportunità di allargare i confini dei propri piani di studio ad altre culture.

Al di là del titolo un po’ clickbait

Spessissimo, il buttarsi per terra e piangere battendo i pugni dei vari conservatori nostrani, seguiti dallo sghignazzare di infaticabili mematori che si tirano poi dietro il resto del pubblico, stanno discorsi interessanti che vengono soffocati.

Per esempio, nel caso di Biancaneve, il finale con il bacio, cristallizzato dal cinema, è uno dei finali delle innumerevoli versioni della fiaba che si registrano in tutta Europa – e da quello che ricostruisco è stato introdotto proprio dal film, in analogia con quello della fiaba della Bella Addormentata. Nelle versioni dei fratelli Grimm, il principe si imbatte per caso nella bara di cristallo e si accorda con i nani per poterla riportare al castello di suo padre. Durante il trasporto uno dei servitori fa cadere la bara, Biancaneve per il colpo sputa il boccone avvelenato che le era rimasto in gola e si risveglia. Gli sceneggiatori di Walt Disney, probabilmente si posero il problema del fatto che il principe si innamorava di una morta, e, rendendo più formalmente corretto l’arco narrativo di Biancaneve e del principe, introdussero un primo incontro tra i due, che è poi quello che mette in moto tutta la storia, trasformando una cupa vicenda di vendetta (la famosa scena della Regina poi costretta a ballare con delle scarpe di ferro incandescente fino a che muore) in una più vendibile storia d’amore che racconta le peripezie di due innamorati separati e poi riuniti nonostante le macchinazioni dell’antagonista.
A questo punto, nel 1937, probabilmente qualche cinquantenne si sarà stracciato le vesti perché si cambiava una storia per andare incontro ai gusti di un pubblico smidollato che non sapeva reggere la sana storia di vendetta che lui aveva letto da bambino e invece voleva solo sentirsi raccontare rassicuranti storia d’amore (in cui per giunta nessuno si invaghisce di una morta).

Quindi, sì, ogni storia, ogni versione di una storia è frutto del suo tempo e ci troveremo sempre dentro qualcosa che ci dirà come eravamo allora rispetto a oggi, e in un modo o nell’altro ne parleremo.
Sarebbe bello, però, se si potesse fare tra adulti, senza nessuno che strepita o ridacchia, che si stia parlando di Via col Vento, di Pepe la Puzzola, di musica classica o di qualsiasi altra cosa.

Altrimenti, davvero, va a finire che non si può proprio più dire niente.

Bonus:

A proposito, parlando di cancellazioni e capolavori del cinema, avete mai sentito qualche italiano lamentarsi del fatto che da Casablanca la censura della Repubblica antifascista italiana nel 1947 abbia fatto scomparire i riferimenti ai fascisti italiani e cancellato battute e inquadrature del fascista Tonelli e trasformato il criminale italiano signor Ferrari nel marocchino Ferak? Qui un paper in inglese sull’argomento, altrimenti basta Wikipedia.

Lascia un commento

Archiviato in società

Lascia un commento