Senza entrare nel dettaglio di quello che penso di Bohemian Rhapsody, il biopic sui Queen e Freddie Mercury che suscita sentimenti forti come neanche la nuova trilogia di Star Wars (il mio consiglio è: pensate che sia ambientato nel Queen Cinematic Universe, non nel mondo reale), ecco alcuni episodi della storia della band che sarebbe stato divertente vedere sul grande schermo (c’è una foto NSFW, più sotto).
Freddie Mercury e Roger Taylor che gestiscono un banchetto di abiti usati al Kensington Market.

I Sour Milk Sea
Freddie Mercury che si presenta all’audizione per i Sour Milk Sea con Roger Taylor che gli fa da autista e un roadie degli Smile (il gruppo di Roger e Brian) che porta una valigetta con dentro il microfono.
I Queen che registrano il loro primo album gratis nei Trident Studio, ma solo quando si liberano dei buchi perché gente come David Bowie, Elton John o i Genesis non si è presentata o ha finito prima.
Il tour giapponese del 1975, dove ricevono un’accoglienza tipo Beatles, salvo poi tornare a casa più o meno senza l’ombra di un quattrino perché hanno firmato un contratto-capestro e vivono tipo in scantinati ammuffiti.
Un festival in America nei primi anni Settanta dove Freddie Mercury, Steven Tyler e i manager delle band iniziarono a discutere su chi dovesse suonare per ultimo. Brian May si mise in disparte con Joe Perry a chiacchiere di musica e bere whisky, finendo clamorosamente ubriaco sul palco.
Roger Taylor che si chiude in un armadio durante le trattative per pubblicare la sua “I’m in love with my car” come retro del singolo di “Bohemian Rhapsody” (e poi è il primo a comprarsi una casa in campagna grazie ai ricavi dei diritti d’autore).
Il lancio del disco Jazz, con una corsa con centinaia di ragazze nude in bicicletta a Wimbledon (e l’agenzia che ha noleggiato le bici fece pagare un sovrapprezzo per la sostituzione dei sellini) e una grande festa a New Orleans dove si narra successe di tutto (però niente nani con vassoi di cocaina sulla testa, peccato) ma di cui ci sono solo le foto più innocenti.
Freddie Mercury che caccia fuori dallo studio di registrazione Sid Vicious (o “SimonFerocious”, come lo ricordava in un’intervista).
Roger Taylor che in aereo scrive una lettera di protesta a Rolling Stone sul sacchettino per il vomito (senza neanche fare pesare che lui ha limonato con Debbie Harry)

“David, ma che Bob ci sta a provare con Carlo?”
I Queen che iniziano a improvvisare “Under Pressure” con David Bowie senza registrare, vanno a cena tutti insieme e quando tornano nello studio nessuno si ricorda più come faceva la linea di basso (!).
Freddie Mercury che scrive “Crazy Little Thing Called Love” e si affretta a registrarla con Roger e John prima che arrivi Brian May in sala d’incisione e ci possa mettere le mani sopra trasformandola in altro. Poi quando arriva lo costringono a suonare l’assolo con una telecaster invece che con la sua Red Special.

Sento odore di fotomontaggio, ma fa ridere
Gli uffici del fan club inondati di smalto per unghie e lamette da barba dopo che Freddie Mercury si è fatto crescere i baffi (“sembri un cameriere italiano”).

Pare che Brian May stia ancora aspettando indietro la sua maglietta.
I Queen invitati a cena dal dittatore argentino Viola nel 1981 (che aveva appena rimpiazzato Videla) e Roger Taylor che resta in albergo dicendo che è lì a suonare per la gente e non per i politici.
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