Almeno farseli raccontare, dai.

Io mi sarei anche un po’ stufato, di dover ogni volta entrare nel merito di ogni idiozia.
Se uno dice che Gomorra dà un’immagine negativa dell’Italia perché mette in piazza il marcio, io credo che non si debba sprecare tempo a rispondergli nel merito.
Perché dei libri si dovrebbe parlare solo se o li hai letti o quantomeno te li hanno raccontati per bene.
E sarebbe un mondo bellissimo se la figlia di costui, curiosamente presidente del gruppo editoriale che pubblica Gomorra, avesse risposto “notoriamente mio padre non legge libri, che cosa volete che ne sappia”, invece di lanciarsi in una tirata a base di “mio padre” ogni due paragrafi, come una Stefania Craxi qualunque.
Chi ha letto il libro sa di cosa parla e come ne parla.
Ma anche chi non l’ha letto può facilmente vedere come sono stati contenti i camorristi della buona luce che Saviano ha gettato su di loro (ah no, la scorta è tutta roba dell’ufficio marketing Mondadori, dimenticavo). Basta avere un minimo di cervello.

Paradossalmente, la cosa che mi ha convinto meno è stata una parte della risposta di Saviano, quella in cui ha tirato direttamente in ballo la Mondadori in quanto proprietà della famiglia Berlusconi. Non so se sia stato una sorta di attacco preventivo prima che i soliti saltassero su a dire (di nuovo) “ecco un altro che fa il figo e intanto prende i soldi dal Berlusca” (a parte che Mondadori i soldi li fa vendendo quello che producono i suoi autori, quindi al massimo è Berlusconi che fa soldi su quelli che parlano male di lui) (genio). Però a quel punto dell’argomentazione, il riferimento a Mondadori appare vagamente posticcio e fuori luogo.
A me non sembra tanto gigantesco che un editore (che poi la famiglia Berlusconi in Mondadori fa quasi per niente l’editore; editore di Mondadori negli ultimi anni è stato Gian Arturo Ferrari. Che poi ogni tanto arrivi la telefonata e tocchi mettere insieme mostruosità come questa purtroppo ci sta. Ma sapeste in quante case editrici si pubblicano cose per motivi tutt’altro che culturali o economici; chiaro che in questo caso, essendo il proprietario un uomo di potere politico le cose assumono proporzioni allucinanti. Ma la logica di fondo non è assolutamente anomala), un editore dicevo, critichi delle cose che pubblica.
Mi sembra enorme, gigantesco, inaudito, che un presidente del consiglio attacchi una persona che vive sotto scorta per quello che ha scritto perché con il suo lavoro avrebbe danneggiato l’immagine del Paese. E secondo me avere insistito solo su questo, lasciando da parte la questione Mondadori, avrebbe dato molta più forza alla risposta di Saviano e avrebbe mantenuto l’attenzione sulla cosa davvero importante e non su quello che, ora come ora, è un corollario (il tutto ovviamente è complicato dall’anomalia dell’avere come capo del governo uno che ha anche mezzi di comunicazione di massa suoi, ma sono 16 anni che ne parliamo e credo di non avere una sola sillaba da aggiungere a quanto già detto da allora)

Sull’argomento pure Wu Ming e Leonardo (che scende nel merito da par suo).

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